“Azovstal è caduta”: gli ultimi combattenti sfilano davanti ai militari russi. Oltre 2 mila soldati si sono arresi consegnandosi ai russi.
Più di due mila combattenti ucraini si sono arresi: Kiev ha ordinato ai difensori di Azovstal di smettere di combattere. Denis Prokopenko, comandante di Azov, è stato portato via in un “veicolo blindato speciale”. Ad oggi, anche l’ultima resistenza nell’acciaieria Azovstal che si trova a Mariupol, in Ucraina, è caduta.
L’acciaieria si trova attualmente sotto il regime della Russia. La notizia ci è pervenuta attraverso Sergei Shoigu, il ministero della Difesa di Mosca, di cui ha ampiamente parlato l’agenzia Tass. Shoigu ha dichiarato al presidente russo Vladimir Putin “la fine dell’operazione e la completa liberazione della fonderia.”
La resa è avvenuta dopo ben 86 giorni di resistenza. L’acciaieria, che rappresentava il simbolo della difesa di Mariupol e dell’Ucraina è stata abbandonata. Tutti i soldati che presiedevano la zona hanno dichiarato la loro resa e si sono consegnati direttamente nelle mani del nemico russo. Lo ha ordinato lo Stato maggiore di Kiev. Questo, perché risultava “impossibile sbloccare lo stallo con mezzi militari”. Sono questi i motivi della resa secondo quanto spiegato dal presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky.
Le dichiarazioni del comandante
Il comandante di Azov Denis Prokopenko, ha dichiarato: “Il comando militare superiore ha dato l’ordine di salvare la vita dei soldati della nostra guarnigione e di smettere di difendere la città di Mariupol”. Il comandante, nella giornata di lunedì aveva acconsentito alle uscite dei commilitoni del suo esergito in seguito al primo diktat sulla resa, che era stato inviato da Kiev. Nonostante la resistenza nell’acciaieria si sia conclusa in una resa, i comandati del reggimento e delle truppe dei cunicoli hanno resistito fino all’ultimo.
I centri distrutti sono il prezzo pagato per aver tentato la conquista
Secondo il ministro Shoigu le truppe di Mosca “continuano a espandere il loro controllo sui territori del Donbass. La liberazione della Repubblica popolare di Lugansk si sta avvicinando alla fine” Kiev ha annunciato che il prezzo pagato per aver tentato la conquista è la distruzione di centri come Rubizhne. La città è stata “completamente distrutta, non ci sono edifici superstiti, molte case non possono essere restaurate. Nei cortili ci sono cimiteri”.